domenica 5 dicembre 2021

Di fitocosmesi...inci...e del perchè di BeautyNonInfluencer

 Nei giorni scorsi, sul profilo instagram ho parlato un po' di fitocosmesi, di certificazioni biologiche e delle funzioni degli estratti vegetali nella cosmesi.

🌿L'argomento è ampio, ma ho cercato, come sempre, di mettere sul piatto alcuni spunti di riflessione utili a noi consumatrici.

💁🏻‍♀️Ho ricevuto un commento in cui mi si mandava una frecciatina in merito al mio lavoro e ai contenuti che ho creato sul profilo.

L'intento del blog, in realtà di tutto il progetto, è quello di fare chiarezza, cercando di dare informazioni pratiche e concrete, a chi come me, pensa che prendersi cura di se stesse, sia un toccasana per l'autostima.

💸Perchè non farlo con consapevolezza? Perchè non farlo, spendendo meglio i nostri soldi e sprecando meno tempo?

🌿Perchè sono erborista?! perchè dovrei dire che l'hennè è innocuo? o che le creme e gli integratori dimagranti sono un buon investimento?

💁🏻‍♀️Credo di dover portare rispetto alle donne con cui parlo, dovrei far loro buttare soldi?

Credetemi, anche a livello commerciale ripaga di più la schiettezza del compiacimento, vale di più la fiducia delle clienti rispetto i 30 o 50 euro di un prodotto "dimagrante" venduto sul momento.

La fitocosmesi è spesso causa di dibattito nel settore commerciale, soprattutto da quando il giro di affari si è fatto grosso. 

🌿La fitocosmesi è la pomata all'arnica che trovate in farmacia o in erboristeria, è la crema anticellulite con caffeina del supermercato, ma anche la crema viso costosa che puoi trovare da Sephora.

Sono semplicemente cosmetici in cui troviamo estratti vegetali dentro che non sono stati troppo elaborati, estratti diversi hanno diverse funzioni: oli essenziali, estratti fluidi, estratti liofilizzati, oli, cere. In un cosmetico si mettono per profumare, conservare, emulsionare, detergere e molto altro.

Molti estratti, come ad esempio l'alcol o alcune vitamine, possono essere riprodotte identiche in laboratorio; attenzione, sull'etichetta la dicitura di queste è identica, leggendola non si può saperne l'origine.

🧴Ma allora a cosa serve leggere l'etichetta? leggere l'INCI?

L'INCI è la lista di componenti di un prodotto, scritta secondo una nomenclatura internazionale, indicandoli in modo decrescente (solo per quelli presenti sopra all'1%). 

Questa lista non nasce per capire se un prodotto è "buono" o "cattivo", ma per tutelare i consumatori allergici a determinate sostanze, di qualsiasi origine siano esse.

Questa funzione però sfugge, allora nascono app per leggere l'etichetta del prodotto, per dirci se un prodotto "fa bene" o "male", peccato però che risultino essere faziose, a scopo di lucro ed una delle più famose sia addirittura sotto istruttoria per concorrenza sleale. 

⚠️Vi ricordo che qualsiasi cosmetico prodotto e venduto in Europa è "vigilato" dall'Unione Europea in fatto di sicurezza d'uso. Quindi una app non farà che creare disinformazione e "pilotare" in modo ingiustificato gli acquisti.

A creare ulteriore confusione è stata poi la comparsa di enti certificatori, alcuni senza scopo di lucro, altri che richiedono un accredito dell'azienda che vuole ottenere la certificazione.

Sapete tutti i bollini che troviamo su molti prodotti con ingredienti vegetali?

Ecco, dietro ognuno di quelli c'è un ente certificatore diverso, che ha criteri di certificazione diversi dagli altri. La legislazione purtroppo è carente su questo fronte, quindi non c'è omogeneità di caratteristiche produttive tra due prodotti che riportano un bollino di "biologico", se è stato messo da due certificatori diversi.

Si, è un bel caos.

A cosa servono quindi le certificazioni?

📢Più che altro servono alle aziende per offrire prodotti alla nicchia di clienti a cui sono interessati. Noi consumatori possiamo farci una vaga idea di quello che troviamo dentro e scegliere un prodotto che ci sembra sia buono per le nostre necessità. Oppure se abbiamo tempo e voglia, possiamo andare a spulciare i singoli criteri di certificazione che racchiude il singolo bollino che troviamo sul prodotto. 

🦵🏻Il mio consiglio è di non fossilizzarsi su ideologie, aprire gli occhi e guardare i fatti. Siate critici, sempre.

 Scegliamo un prodotto che pensiamo vada incontro alle nostre esigenze e magari che accontenti il nostro stile di vita. Il mercato oggi offre tanto sia di fitocosmesi che di cosmesi più classica, perché porsi paletti basandoci sulla disinformazione?

La linea di confine tra un prodotto verde e uno più tradizionale è spesso sottile, a volte inesistente.

🙄Un aspetto che mi preoccupa molto è la concezione di prodotto vegetale, naturale, come prodotto innocuo.

Lasciatemi dire che questo pensiero è piuttosto pericoloso. Ora, se si tratta di cosmesi dobbiamo stare attenti ad allergie e ai prodotti fotosensibilizzanti (oli essenziali), oppure ai prodotti contenenti iodio ed alghe. Quando si tratta però di integratori vegetali, il rischio è più alto. 

🛍️Perché dico questo? Perché il pensare che "vegetale" significhi "basso rischio" , ci porta a fare autoprescrizione, senza interpellare un professionista o peggio comprare prodotti su un banco del mercato o al supermercato. 

In 16 anni di lavoro ho conosciuto ragazze che si sono incasinate la tiroide assumendo alghe per dimagrire, signore che hanno assunto integratori per il colosterolo senza farsi seguire dal medico...chi ne ha più ne metta.

Fosse per me alcuni integratori vegetali, non dovrebbero essere di libera vendita al di fuori del settore farmaceutico. Lo dico contro il mio interesse.

Piccolo disclaimer: tutti gli integratori che trovate in vendita in Italia hanno dosaggi perfettamente a norma di legge, anche in questo caso è tutto bene e vigilato in termini di sicurezza.

 💁🏻‍♀️La questione resta sempre l'uso che si fa del prodotto.

Qualcuno mi chiede spesso che prodotti uso io, visto che mi espongo sempre un po' critica...

Utilizzo prodotti biologici e non biologici, ovviamente.

Semplicemente quello che penso vada bene per me.



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